Libri sul colore
Luce colore visione
Andrea Frova, Rizzoli, 2000
[la mia edizione Editori Riuniti del 1984 (foto) ha 196 pagine, la nuova edizione Rizzoli 264 pagine]

L'edizione che ho io (nella fotografia) è quella originale che gli Editori Riuniti hanno pubblicato nel 1984. Ora il libro è riproposto da Rizzoli, in una edizione con diversa copertina pubblicata nel 2000.

L'autore è docente di fisica alla Sapienza di Roma e il libro è un libro di fisica, ma non per specialisti. Chi si interessa di colore troverà tutta la storia sul dilemma della natura della luce (sono onde? sono particelle? esiste l'etere? cos'è un campo elettromagnetico?) e altro materiale sulla fisica del colore, sulla percezione e addirittura sull'estetica del colore.

Il libro è simpatico e piacevole, la parte di fisica è ovviamente scritta bene e correttamente, la parte sulla percezione del colore è da leggere un po' come una storia, una specie di romanzo con spunti interessanti e talvolta divertenti. Non è una trattazione sistematica.

E' stato uno dei primi libri sul colore che ho letto, vent'anni fa, un panorama generale del tema che cita alcune questioni ma ne ignora altre, ne parla in modo un po' superficiale e spazia anche su illusioni visive ed estetica. Come prima lettura è andata bene, poi ho cercato qualcosa di più specialistico.

Curiose un paio di citazioni che l'autore fa del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein (1889-1951). Negli ultimi anni della sua vita Wittgenstein aveva raccolto una serie di pensieri (filosofici) sul colore poi pubblicati con il titolo Osservazioni sui colori da Einaudi. Citando questo testo in bibliografia, Frova lo commenta un po' acidamente con la frase

Pensieri di un filosofo contemporaneo dettati dall'assenza di una base scientifica.

e ancora, in una nota a pag. 86 lo maltratta così

Il perché un oggetto incolore non possa essere nel contempo bianco e trasparente - e altre simili questioni - ha ispirato degli inutili pensieri a un rispettabile filosofo moderno (L. Wittgenstein, Osservazioni sui colori). E' un esempio di come sia difficile, senza una base scientifica, porre dei problemi genuini.

Beh, ci è andato giù duro, povero Wittgenstein. Pensare che da giovane aveva studiato ingegneria meccanica e aveva fatto ricerca in aeronautica, e poi insegnava anche matematica (alle elementari, è vero, ma aveva anche stretti rapporti con Bertrand Russell). Proprio privo di basi scientifiche non doveva essere.

Home | Commenti a Mauro Boscarol | Ultimo aggiornamento 9 agosto 2004