EPS: se lo conosci lo eviti
Articolo scritto nel numero 9/2007 di Print Buyer.
PS è un formato vettoriale (per gli schemi, i diagrammi e i disegni) che molti grafici usano anche per le immagini raster (le fotografie), specialmente se devono essere scontornate. EPS è nato con il PostScript (la parte PS di EPS) negli anni Ottanta (vent’anni fa). Ormai siamo nel 2007 ed il formato EPS ha fatto il suo tempo. È urgente informare i grafici che ancora lo usano che i tempi sono cambiati e l’EPS, per molti buoni motivi, è meglio evitare di usarlo.
Un file EPS è composto da due parti: una parte PostScript (che è quella che verrà stampata) e una parte di anteprima (che si vede a schermo). La parte di anteprima è stata fatta solo per avere un’idea di cosa contiene l’EPS: è a bassa risoluzione, con pochi colori, ed addirittura potrebbe mancare. Ed ecco il primo problema. Quando vedo un EPS, sto vedendo su schermo l’anteprima (il cui aspetto è irrilevante per la stampa finale) o sto vedendo la vera immagine PostScript? Dipende dall’applicazione e il dubbio rimane.
Secondo problema. PostScript è un linguaggio (ed un formato grafico) per la grafica vettoriale. È assurdo usarlo per la grafica raster, per la quale è molto più adatto il formato grafico TIFF. EPS è un programma PostScript più un’anteprima, TIFF è l’elenco dei pixel dell’immagine, cioè sono dati. Chiunque abbia qualche conoscenza di programmazione conosce la differenza tra un programma e dei dati. Basta pensare agli errori di sintassi e di semantica, che in un programma ci possono essere, in un elenco di dati non esistono. È per questo che un EPS può anche far impiantare un RIP e una stampante, un TIFF è impossibile che lo faccia.
Fino a qualche tempo fa (anni fa) era necessario usare EPS anche per le immagini raster quando si voleva “scontornare” l’immagine. Lo si faceva con un tracciato vettoriale, dunque era necessario usare EPS. Oggi non ha più senso farlo perché: (a) anche il formatoTIFF supporta, da molti anni, i tracciati di scontorno; (b) tutte le applicazioni (o quasi tutte) supportano TIFF con tracciati di scontorno.
Terzo problema, la questione dei profili colore. TIFF o ha un profilo ICC o non ce l’ha. Invece EPS può contenere un profilo ICC, ma anche un profilo PostScript (CSA). Quindi dal punto di vista della gestione colore ci sono quattro tipi di EPS: senza profilo di qualunque tipo, solo con profilo ICC, solo con profilo CSA, sia con profilo ICC che CSA. Quattro situazioni diverse e incontrollabili. Dipende dall’applicazione come vengono trattate queste situazioni. Per esempio InDesign CS “onorava” solo il CSA in un EPS, invece InDesign CS2 “onora” solo il profilo ICC. Illustrator non incorpora più né uno né l’altro. Photoshop consente di incorporarli entrambi. XPress chissà cosa fa. Un pasticcio.
Ci sono altri svantaggi per l’EPS raster: a parità di compressione è più grande (più Mbyte) di un TIFF, perché contiene tutti i dati del TIFF, più tutta l’anteprima EPS, più tutta la sovrastruttura del programma. È più lento in stampa di un TIFF, soprattutto in separazione. Questo per l’EPS raster. Ma l’EPS vettoriale si può ancora usare? Anche qui la risposta è negativa. Per il vettoriale, da tempo si utilizza il formato PDF, per il quale valgono mutatis mutandis tutte le cose dette qui sopra per il TIFF.
Ultima cosa, abbastanza importante e significativa. Adobe stessa, che ha creato PostScript ed EPS, li sta abbandonando. Nell’aprile del 2006 Adobe ha annunciato un nuovo tipo di RIP, che si chiama PDF Print Engine. In poche parole, ciò significa che Adobe ha riconosciuto che PostScript, su cui è basato EPS, è un collo di bottiglia (non supporta i profili, non supporta le trasparenze, richiede un interprete, ecc.) e sta pian piano abbandonandolo in favore di un meccanismo che tratti i file grafici senza passare per PostScript e Distiller. Dunque è Adobe stessa che sta abbandonando PostScript e EPS.
Dopodiché, i grafici sono conservatori (o non hanno voglia di imparare nuove tecnologie) e non vogliono saperne di cambiare il loro flusso di lavoro. Dieci, venti anni fa hanno imparato ad usare EPS e non lo mollano più. Ma i tempi sono cambiati, l’EPS non ha più il ruolo che aveva una volta e non va più usato, né per le immagini raster (per le quali è preferibile il formato TIFF), né per quelle vettoriali (per le quali un PDF è meglio).
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