Nella serie Colore in Photoshop
Ps: stampa
La stampa di una immagine da Photoshop (come ogni stampa) richiede una conversione di colore dal profilo dell’immagine al profilo della periferica di stampa (stampante+carta) con un intento di rendering scelto dall’utente e con un determinato motore di colore.
La finestra di stampa di Photoshop CS4 è divisa in tre colonne.
Nella colonna di destra si può impostare Output oppure Color Management. Quest’ultima è l’opzione che ci interessa (ma vedi anche le ultime righe di questo post). La stampa può essere di due tipi che Photoshop indica rispettivamente come Document (Documento, cioè stampa diretta) e Proof (Prova, prova colore, cioè stampa in simulazione di un’altra periferica di stampa). Per ora impostiamo Document e trattiamo questo caso (nel prossimo post imposteremo Proof).
Nella colonna centrale si può scegliere la stampante (per alcune stampanti accanto al nome compare un pulsante che apre l’utility di manutenzione) e il numero di copie. Sotto si può posizionare l’immagine e si vede la risoluzione di stampa (72 ppi nell’esempio qui sotto).
A sinistra c’è il preview di stampa e sotto l’immagine di preview ci sono tre controlli (attivi solo se è selezionato Photoshop Manages Colors) per impostare il preview come soft proof:
- Match Print Colors attiva la soft proof;
- Gamut Warning (nuovo in CS4) attiva l’avviso di fuori gamut (in grigio qui sotto);
- Show Paper White (nuovo in CS4) attiva la simulazione del colore della carta (cioè viene usato l’intento colorimetrico assoluto per la resa a monitor; altrimenti viene usato il relativo)
Workflow di stampa
La stampa da Photoshop avviene in tre fasi.
Nella prima fase si apre la finestra di stampa (quella qui sopra) nella quale si possono impostare varie opzioni e poi si fa clic sul pulsante Print (Stampa). Così si chiude la finestra di stampa e si apre la finestra del driver di stampa ed inizia la seconda fase.
La finestra del driver di stampa che si apre dipende dal sistema operativo e dalla stampante. Qui sotto è riportata la finestra di stampa della stampante Epson Stylus Photos R340 su Mac OS X. Anche in questa finestra è possibile impostare diverse opzioni (carta, risoluzione), ed è possibile attivare o disattivare la conversione colore di stampa (se il driver la supporta, ma oggi praticamente tutti i driver la supportano).
Una volta impostate le opzioni si fa clic su Print e inizia la terza fase, quella durante la quale i dati dell’immagine vengono trasmessi alla stampante ed effettivamente stampati.
Dunque la conversione di colore per la stampa può essere effettuata in due punti diversi del flusso di stampa: può essere effettuata da Photoshop con le impostazioni della finestra di stampa, e può essere effettuata dal driver di stampa con le impostazioni della finestra dello stesso driver.
È importante sottolineare che è necessario che la conversione venga effettuata una sola volta (in un solo punto del flusso di stampa) perché conversioni multiple sono dannose per l’immagine. (Tipicamente una dominante magenta è un segno che l’immagine è stata convertita due volte, una dominante verde è segno che l’immagine non è stata convertita.)
Poiché in entrambe le finestra (quella di stampa di Photoshop e quella del driver) è possibile attivare la conversione di colore per la stampa è necessario prestare attenzione al fatto che se si attiva la conversione in una delle due finestre, nell’altra deve essere disattivata.
Tenendo conto che l’immagine può già essere o può non ancora essere nel profilo finale di stampa, i possibili flussi di stampa che si possono presentare sono tre:
- l’immagine è già nel profilo finale di stampa, dunque la conversione è già avvenuta, e per evitare ulteriori dannose conversioni, va disattivata sia la conversione che potrebbe avvenire nella finestra di stampa di Photoshop che la conversione che potrebbe avvenire nel driver di stampa; in questo modo i dati dell’immagine, che sono già i dati finali di stampa, vengono trasmessi alla stampante senza essere modificati.
- l’immagine non è nel profilo finale di stampa e quindi deve essere convertita; ci sono due possibilità:
- l’immagine viene convertita nella finestra di stampa di Photoshop; in questo caso, come nel caso precedente, i dati risultati devono passare indenni per la finestra del driver, cioè il driver non deve fare nessuna conversione su questi dati, perché sono già i dati finali per la stampa;
- l’immagine verrà convertita dal driver di stampa; in questo caso la finestra di stampa di Photoshop deve passare tutti i dati dell’immagine + il profilo dell’immagine stessa al driver di stampa, il quale provvederà alla conversione dal profilo dell’immagine al profilo della stampante.
Quindi sono possibili tre diversi workflow di stampa che vengono implementati in Photoshop CS3 e CS4 e che sono impostati con queste opzioni di Color Handling (Trattamento del colore) della finestra di stampa:
Primo workflow: l’immagine è già convertita
Se i dati sono stati già convertiti in precedenza per esempio con il comando Modifica > Converti a profilo, e quindi sono finali, si devono trasmettere alla periferica di stampa così come sono, evitando una ulteriore conversione, conversione che potrebbe avvenire sia in Photoshop (con le opzioni della finestra di stampa), sia nel driver con le opzioni della relativa finestra.
Per prima cosa si sceglie No Color Management (Nessuna gestione del colore) come Color Handling (Trattamento del colore). In questo modo indichiamo a Photoshop di non eseguire nessuna conversione di colore a questo livello. Photoshop quindi trasmette i dati come sono al driver della stampante e anche l’eventuale conversione di colore che il driver della stampante potrebbe fare va disattivata.
Per esempio nel driver della stampante Epson Stylus Photo R340 (screen shot sopra), per disattivare ogni ulteriore conversione bisogna scegliere Off (No Color Adjustment). Con altri modelli di stampanti e in altri sistemi operativi la disattivazione della conversione potrebbe avvenire in modo diverso, ma in principio si tratta della stessa cosa.
Secondo workflow: converte Photoshop
Se i dati non sono stati convertiti in precedenza, e quindi sono quelli originali dell’immagine, è possibile farli convertire da Photoshop scegliendo Photoshop Manages Color (Consenti a Photoshop di determinare i colori, forse sarebbe stato meglio “Ci pensa Photoshop”).
Il profilo della periferica di stampa + carta lo si seleziona nel menù Printer profile (Profilo stampante) e l’intento di rendering in Rendering Intent (Intento di rendering), con o senza la compensazione del punto nero. Il motore di colore non è selezionabile e dunque viene usato quello impostato come default nelle Impostazioni di colore.
Anche in questo caso va disabilitata l’eventuale conversione di colore che il driver della stampante potrebbe fare.
Terzo workflow: converte la stampante
Se i dati non sono stati convertiti in precedenza, si può scegliere di farli convertire dal driver della stampante. In tal caso occorre comunicare a Photoshop di trasmettere l’immagine accompagnata dal suo profilo ICC al driver della stampante e con la tabella di intento scelta. Questo si fa scegliendo Printer Manages Color cioè Consenti alla stampante di determinare i colori (avrei preferito “Ci pensa la stampante”).
Il driver riceve i dati dell’immagine e il profilo, e se è in grado di farlo, esegue la conversione di colore al profilo della stampante. Nella stampante del nostro esempio la conversione di colore nel driver si attiva cliccando ColorSync.
Tutti o quasi i driver di stampanti sono in grado di effettuare una conversione di colore per la stampa. Tra questi i driver Epson, Canon, HP in Mac OS X e Windows XP.
Nei driver Epson e su Mac OS X è obbligatorio settare le opzioni Print Settings per prime, poi passare alle opzioni Color Management. In Print Settings si sceglie la carta e automaticamente il driver imposta gli altri parametri.
Successivamente si passa al Color Management e si imposta ColorSync. Il driver sceglie automaticamente il profilo (canned) corretto per quella carta. Per scegliere profili “personali” utilizzare ColorSync Utility, impostando il current profile per quella determinata stampante e carta. Non si può scegliere l’intento di rendering: è quello di default del profilo utilizzato.
Se la stampante è PostScript
Finora abbiamo assunto che la stampante abbia un driver e che questo driver sia in grado di eseguire una conversione colore con i profili ICC.
La stampante però potrebbe essere anche una stampante PostScript gestita da un RIP con potenzialità di gestione colore PostScript (non ICC). Se Photoshop determina che la stampante è PostScript, ed è in grado di eseguire una conversione colore nel RIP (alcuni RIP PostScript Level 3 lo possono fare) costruisce un CSA (Color Space Array, la versione PostScript di un profilo di origine) con il profilo dell’immagine e l’intento di rendering indicato e lo trasmette al RIP assieme ai pixel dell’immagine.
All’interno del RIP il CSA si incontra con un CRD (Color Rendering Dictionary, la versione PostScript del profilo di una stampante) e tra i due avviene la conversione di colore.
Soft proof nella finestra di stampa
Dalla versione CS4 di Photoshop, sotto l’immagine di preview ci sono tre controlli che si possono attivare solo se nella colonna di destra è impostato Photoshop Manages Color, e dipendono dal profilo e dall’intento di rendering selezionati (nello screen shot sopra il profilo è FOGRA 39 e l’intento è colorimetrico relativo senza compensazione del nero).
Se il controllo Match Print Colors è attivato, l’anteprima è una soft proof dell’immagine, cioè una simulazione a monitor di come l’immagine verrà in stampa.
Il controllo Gamut Warning (attivo solo se la soft proof è attivata) mostra i colori fuori gamut (in grigio nello screen shot sopra).
Il controllo Show Paper White (attivo solo se la soft proof è attivata) imposta la simulazione della carta per la soft proof. Se non è attivo il bianco della carta è rappresentato con il bianco del monitor. Se è attivo il bianco della carta viene simulato su monitor.
Nella versione CS3 di Photoshop il controllo è uno solo, Match Print Colors (e sta nella colonna di centro) e se attivato l’anteprima è una soft proof con il colore della carta sempre simulato.
Output a 16 bit (CS4 e Mac OS X)
La stampa a 16 bit ha senso se l’immagine è a 16 bit per canale e la stampante ha un gamut piuttosto ampio. L’importanza della stampa a 16 bit aumenterà con il miglioramento del gamut, cioè della carta e degli inchiostri.
Le stampanti Canon iPF hanno da qualche tempo la possibilità di stampare a 16 bit da Digital Photo Professional (il Raw converter di Canon) oppure da Photoshop con un plug-in Canon.
A partire dalla versione CS4 di Photoshop e solo su Mac OS X 10.5 o superiore, nel pannello Output della colonna di destra della finestra di stampa si può attivare Send 16-bit data (solo con stampanti non PostScript, immagini a 16 bit, driver 16 bit, per esempio questi driver Epson oppure i driver GutenPrint per CUPS).
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Una variante della stampa è l’hard proof, cioè la prova colore in stampa (contrapposta a soft proof, che è la prova colore su monitor). Vediamo l’argomento nel prossimo post.
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